La neve non è uguale per tutti

La neve non è uguale per tutti

Abbiamo bisogno di nuovi pretesti per dividere Nord e Sud come di un buco della testa, eppure sembra che non si riesca a farne a meno. Ogni scusa è buona per contrapporci e se solo riuscissimo a cavarne denaro, come hanno fatto i produttori di "Benvenuti al Sud" e "Benvenuti al Nord", saremmo il Paese più ricco del mondo ed Equitalia diventerebbe popolare quanto il Gratta e Vinci. Non è così purtroppo: le beghe tra Nord e Sud restano sterili quanto frequenti e mordaci.

Adesso, per esempio, abbiamo scoperto che la neve non è uguale per tutti. Gli affanni dei romani, impantanati dal Colosseo alla Laurentina, hanno ispirato i lazzi più abrasivi da parte dei settentrionali che, nel pasticciaccio capitolino, credono di veder confermati i loro pregiudizi sulla mollezza meridionale, il fatalismo mediterraneo e la generale inettitudine di chi, alla busecca, insiste nel preferire la pastasciutta.

C’è in effetti un che di grottesco nell’impreparazione di Roma e, soprattutto, nei toni da tregenda impiegati dalla stampa locale nel descrivere la situazione. Altrettanto buffo, e anche un poco risibile, è sembrato lo snobismo settentrionale, come se quassù spendessimo nove mesi all’anno sepolti nella neve e gli altri tre coperti di ghiaccio; come se ci nutrissimo praticando fori nella calotta polare per estrarne pesci vivi e ci riparassimo dal freddo spalmandoci il corpo con grasso di foca o altre sostanze oleose. Per la verità, ho sentito di qualcuno che ha questa abitudine. Ma poi non va in strada a spalare la neve.

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