La noia

La noia

Avrete notato che la noia, in genere, gode di pessima stampa. Non molti, oggigiorno, le sono favorevoli. I più, al contrario, non fanno altro che invitare la gente ad avere «una vita attiva», a «impegnare il proprio tempo», a «dedicarsi agli altri». Tutto ciò , capirete, non favorisce la noia che, come una muffa, per fiorire ha bisogno di inerzia. A lungo la noia è stata un effetto collaterale del progresso. Affrancato dal lavoro manuale, l’uomo ha scoperto che lo spazio lasciato libero dalla zappa o dall’aratro si riempiva, poco a poco, con una sorta di gas soporifero, malamente tollerato, non di rado irritante: la noia, appunto. A questo punto, l’impegno dell’uomo è stato quello di scacciare la noia senza per questo far ritorno all’aratro. Annoiato sì, il nostro uomo: fesso no.
Allo scopo, l’umanità si è dotata di un’infinita serie di gadget: la radio, il cinema, la televisione. Come qualcuno abbia pensato di combattere la noia dando spazio a Marzullo è un vero mistero, ma tant’è. Oggi, gli strumenti per allontanare la noia si sono fatti più sofisticati e, addirittura, qualcuno sostiene che l’iPad, il nuovo gadget della Apple, abbia definitivamente vinto la battaglia. Al punto che, qualcuno, ha sentito la mancanza della noia: «Ho venduto il mio iPad - ha spiegato un tale a un giornale americano -: privandomi della noia, mi privava anche dei momenti di riflessione di cui il cervello ha bisogno per alimentare la creatività».
Se ne deduce, insomma, che la noia, a volte è essenziale e a volte è benefica. Altre volte è ineludibile. Come i lettori di questa rubrica sanno bene.

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