La nonna e la mucca

In una grande infografica a tutta pagina pubblicata qualche giorno fa, il Washington Post ha magnificamente svelato – nella tradizione, se vogliamo, del Watergate e di altre inchieste clamorose – tutte le insidie che si celano dietro l’attività più pericolosa alla quale molti di noi, quasi tutti, si dedicano: stare seduti.

Adagiare il retroreno su una sedia, una poltrona o un divano e lasciarvelo a lungo e in posizione scorretta è potenziale fonte di disastri che, letteralmente, vanno dalla testa ai piedi. Danni al cervello, alla colonna vertebrale, al cuore, al pancreas, alle vene delle gambe: pochissimi organi rimangono esclusi dai rischi che questa attività comporta, al punto che sembrerebbe più sicuro dedicarsi a qualche sport estremo, come buttarsi da una montagna con gli sci o ingaggiare una conversazione ravvicinata con Pompilio di “Qui studio a voi stadio”. Per fortuna, da buon giornale d’informazione, il Washington Post non si limita a indicare il pericolo: ci spiega anche come neutralizzarlo o, almeno, limitarlo.

La prima cosa da fare è sedersi correttamente: senza sporgersi in avanti, spalle rilassate, braccia vicine ai fianchi, gomiti a 90 gradi, un sostegno nei dintorni dell’osso sacro, piedi ben appoggiati a terra.

Certo, questa è una posizione che si può osservare in ufficio: sarebbe ben strano se a casa, sul divano, davanti alla tv, la famiglia si radunasse la sera in assetto robot o Terminator in pensione. Ci sono però degli accorgimenti che, pur ammettendo lo svacco, tendono a limitarlo. Il giornale consiglia di sfruttare le interruzioni pubblicitarie per fare esercizio: sedersi su una palla di gomma, per esempio, o camminare per la stanza. Utilissimo, poi, applicarsi in qualche esercizio yoga: a quattro zampe, inarcare la schiena nella posizione della “mucca” e poi in quella del “gatto”.

C’è da sperare che questi consigli si diffondano rapidamente. Ne guadagnerebbe la nostra salute, anche se i primi tempi suonerà strano sentir gridare, in salotto: “Nonna, smetti di fare la mucca che ricomincia Montalbano”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA