La prevalenza del sondaggio

La prevalenza del sondaggio

Temo che il concetto di sondaggio stia producendo danni numerosi. Non tanto in politica, dove se ne fa un uso smodato ma palese, da battaglia, e comunque, si sa, son ragazzi. Il concetto, piuttosto, penetra a tutti i livelli della società come fa il lavapiatti al limone nella spugna e si afferma anche tra i giovani, dove procura i guasti peggiori. Esso, infatti, è preso come cartina tornasole di un'opinione, quale essa sia: basta che raccolga un numero soverchiante di consensi ed è data per buona.
Mi è capitato di sentire (vabbè: origliare) una conversazione al bar tra un ragazzo e due ragazze. Lui sosteneva la bontà delle sue idee in fatto di amore rispetto a quelle proposte dalle coetanee. Punto di forza del suo argomentare, il fatto che «come me la pensano in tanti». E ha preso ad elencarli, i «tanti»: dei nomi che ha fatto ricordo con certezza "Ale", "Ste" e "Luch". Altri suonavano ancor più contratti e gutturali: qualcosa come "Ug", "Gah", "Krot". «E anche Pinco!» si è illuminato infine il ragazzo: «Ecco: sette! Sette su dieci la pensano come me!»
A parte il fatto che si trattava di sette in tutto e non di «sette su dieci» e pur volendo accreditare "Krot", "Ug" e, soprattutto, "Pinco" di grande saggezza ed equilibrio, non si vede come il conteggio proposto dal giovane avrebbe dovuto far pendere dalla sua parte la bilancia della ragione assoluta. Spero davvero che queste righe possano offrirgli materia da approfondire, magari in compagnia di "Ste", "Gah", "Blot", "Grasp" e, naturalmente, "Pinco". Come dimenticare "Pinco"?

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