La prossima riunione

La prossima riunione

Adesso sono tutti arrabbiati per questa faccenda di Gheddafi. Il problema sarebbe che l’abbiamo fatto entrare in casa senza che prima si pulisse i piedi; o forse che l’abbiamo fatto entrare e basta, non ricordo. In ogni caso, si odono proteste provenire da ogni angolo: dai cattolici di «Avvenire» le lamentazioni procedono fino alla sinistra più estrema per poi rimbalzare come un’eco anche dalla destra.
Non è che, in tutto questo, ci sia un poco di intolleranza? Voglio dire, se si soprassiede al fatto che la persona ospitata veste come Gheddafi, ha la faccia di Gheddafi, parla come Gheddafi, pensa come Gheddafi e, in sintesi, "è" Gheddafi, non si vede perché rifiutarsi di accoglierlo a braccia aperte. La stampa estera critica, parla di "pagliacciate" e, con i suoi durissimi commenti, mette in ridicolo la posizione dell’Italia sul piano internazionale, senza ammettere che tale posizione, oltre a essere molto sexy, pare anche favorire la fecondazione.
E poi, insomma, Gheddafi come vicino di casa ce l’abbiamo noi, mica loro. È dunque così sbagliato volerci andare d’accordo? È così immorale sopportare le esalazioni della sua cucina e chiudere un occhio sulla bicicletta depositata nell’androne? Pensateci: un po’ di tolleranza può risparmiarci quelle tremende riunioni di condominio piene di astio, ripicche e piccinerie. A proposito, passate parola: la prossima riunione il dottor Gheddafi ha insistito perché si svolga in una moschea.

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