La risposta giusta

Si chiama Dan Ariely e di mestiere fa quello che insegna alla gente a pensare con razionalità. Soprattutto la gente che lo paga bene perché Ariely, essendo lui stesso razionale, capisce che gli conviene.

Ad aver bisogno di razionalità sono soprattutto i manager: chiamati a prendere decisioni gestionali dalle conseguenze profonde e durevoli nel tempo, sanno bene che l’istinto e il sentimento – fattori molto considerati dalla cultura romantica – sono in realtà iceberg vaganti nell’oceano delle possibilità. Molti di loro, dunque, vanno da Ariely per imparare un poco di sano raziocinio.

Ogni tanto, però, Ariely, forse lui stesso tradito da un poco di emotività, o forse in base alla logica inattaccabile che un poco di pubblicità non fa mai male, si affaccia in Rete per regalare a tutti un pizzico di sana logica. Ne risultano osservazioni interessanti. Come questa: “Ci sono tanti modi per essere irrazionali, ma solo uno per essere razionali”.

Assumendo che questo sia vero – e sembra parecchio vero – è evidente che si presenta un problema: di fronte a una decisione importante, come scegliere l’unica risposta giusta tra le tante sbagliate?

Ariely ha un’idea: fate finta che la decisione non vi riguardi. Immaginare che sia un’altra persona (non una persona chiunque: una che vi sta a cuore e alla quale augurate ogni bene) a dover prendere l’ardua decisione, vi aiuterà a a liberarvi dalla “trappola” (parola scelta da Ariely) della vostra stessa emotività, dalla gabbia dei dubbi e delle paure. Ariely assicura che funziona: alcuni esperimenti dimostrano che decisioni prese sfruttando questo “trucco” mentale si distinguono per lucidità e logica. Se per esempio dubitate che sia una buona idea leggere la “buonanotte” ogni giorno, fate finta che sia io a chiedermelo. Vedrete che la risposta verrà da sé.

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