La scelta

La scelta

Capita (non spesso, ma capita) che qualcuno mi chieda come scelgo gli argomenti da commentare in questa rubrica. Si tratta, come è evidente, dei lettori meno assidui e attenti. Gli altri, i "fedelissimi", sanno bene che, in realtà, gli argomenti non li "scelgo" affatto. Di solito, li approccio come farebbe un innamorato timido e pasticcione; ne consegue una serie di fraintendimenti che sfocia in una disordinata colluttazione dalla quale esco quasi sempre sconfitto.
Per rispondere comunque alla domanda, dirò che per selezionare un argomento, occorre per prima cosa avere ben chiaro quelli che, al contrario, si desiderano evitare. Ieri, per esempio, ero certo di non voler commentare l’uscita di Silvio Berlusconi sugli «arbitri di sinistra». Inoltre, ho avvertito come imperativo categorico lo stare alla larga dai due tizi americani (definirli "pastori" mi sembra ridicolo e tragico insieme) che, nel loro giardino, hanno bruciato copie del Corano. Altrettanto disagio ho provato alla notizia della morte, a Ibiza, di un giovane turista italiano; decesso causato, così leggo, dalla pratica del "balconing", ovvero dello scaraventarsi dalle finestre degli alberghi. Infine, con fermezza degna di miglior causa ho disdegnato l’ipotesi di intrattenervi sui premi vinti nel weekend da Lady Gaga.
Ecco: una volta si abbia chiaro che cosa si vuole evitare, è facile trovare in ciò che resta un buon argomento e procedere dunque a commentarlo. O anche - come un questo caso - no.

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