La sigaretta

La sigaretta

La scena che vado a descrivere è accaduta sabato, in treno. Un gruppo di quattro ragazzi (età apparente 15 o 16 anni) decide all’unanimità che sarebbe bello fumare una sigaretta. Purtroppo, sul treno non si può. Uno dei ragazzi non demorde: sul treno non si può fumare, è vero, ma cosa dire della passerella che collega un vagone all’altro? Non si tratta di un luogo chiuso ed è possibile che il controllore, qualora si facesse vivo, avrebbe la compiacenza di ammetterlo. Il gruppo riconosce la bontà del ragionamento e si trasferisce in massa sulla passerella.
Anche i piani più raffinati a volte presentano delle falle. Nel caso, i nostri non hanno considerato che il treno, in movimento, produce, entrando in contatto con l’atmosfera, fenomeni di turbolenza conosciuti come "colpi d’aria". Questi "colpi" ostacolano lo sprigionarsi di fiamme libere e, di conseguenza, impediscono l’accensione della sigaretta. Il contrattempo viene accolto con bestemmie, insulti al treno, all’aria e all’accendino. Quando il convoglio si ferma in una stazione, il pubblico di passeggeri che, nel frattempo, si è raccolto confida che il problema sia superato. Niente affatto: i ragazzi trascorrono il tempo della sosta a discutere su come disporsi in ordine da far riparo alla fiamma. Alcune divergenze fanno perder loro tempo e il treno riparte senza che la sigaretta sia accesa.
A voi affido ogni riflessione sull’episodio, certo che saprete trarne un distillato di saggezza. A meno che non siate il padre di uno di quei ragazzi, nel qual caso non vorrei distrarvi mentre cercate di accendere il sigaro sotto la doccia.

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