La signora e l’estraneo

Non si è mossa dalla sua panchina vicino al municipio ma, se chiedete a lei, sembrerà sia stata vacanza in qualche luogo esotico, lontanissimo. Il fatto è che anche in fatto di viaggi e ferie la signora Malinpeggio usa una logica tutta sua. Volete scommettere?

«Buongiorno signora!»

«Buongiorno a lei».

«Un piacere rivederla. È stata in vacanza?»

«Ci sono andata eccome. Grazie a voi».

«A noi?»

«Sicuro. Quasi tutti, in paese, si sono concessi qualche giorno di ferie. C’è chi è stato via due settimane piene, chi soltanto un weekend. In ogni caso, tante assenze tutte insieme hanno significato, per me, una decisa riduzione del numero di seccatori che, ogni giorno, ronzano intorno a questa panchina. In altre parole, una vacanza anche per me: lontano da voi. Che differenza fa se a spostarsi sono stati gli altri e non io? Secondo me nessuna».

«La differenza c’è, invece. Il concetto di vacanza non si esaurisce nel fatto di non vedere facce vecchie per un po’ di tempo. Accanto a questo vantaggio, che pure non disconosco, ne offre un altro: ci dà la possibilità di incontrare facce nuove».

«Ci tiene molto alle facce nuove, lei?»

«Insomma, abbastanza. Proprio ieri scrivevo di quanto la gente aspiri, pur senza ammetterlo, a incontrare estranei. Ha letto?»

La risata sarcastica della signora Malinpeggio mi ha un poco ferito, ma ho voluto continuare.

«L’idea era questa: la gente per istinto tende a chiudersi in se stessa e a limitare la cerchia delle sue conoscenze. Soprattutto, si impone di scoraggiare gli approcci degli estranei. Salvo poi accorgersi che, il più delle volte, si tratta di esperienze positive, piacevoli».

«Mi ha convinto».

«Davvero?!»

«Certo. Vada via e mi mandi qui un estraneo».

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