La speranza della signora Malinpeggio

La speranza della signora Malinpeggio

A lungo impegnata in un tour di conferenze sulla sua Teoria del Pessimismo Senza Ritorno Sull'Orlo Dell’Abisso, la signora Desolina Malinpeggio è rientrata a casa giusto ieri. Subito, ha licenziato l'assistente, così da provarle la validità della sua Congettura sulle Fregature Incombenti, quindi, dopo accordi telefonici, ha accettato di fare due chiacchiere con me o, come lei stessa a tenuto a precisare, mi ha “concesso un'intervista”.

«Signora Malinpeggio, è un momento d'oro per lei», ho esordito: «Le cose non potrebbero andare in modo più disastroso. L'economia è a pezzi, la finanza si sta autodistruggendo, la politica agonizza e, guardi un po' fuori dalla finestra, piove che Dio la manda».

La signora si è accomodata con soddisfazione nella sua poltrona. Avesse avuto un sigaro a portata di mano, l'avrebbe senz'altro acceso. «Non mi posso lamentare» ha riconosciuto, «ma non è tutto merito mio. Chiunque con un po' di sale in zucca avrebbe potuto cogliere i segni dell'Inevitabile Catastrofe». «I Maya» ho azzardato, «forse per primi avevano capito tutto, indicando il 2012 come la fine...» «I Maya erano dei ciarlatani dilettanti» mi ha interrotto la signora, seccata: «Dia retta a me: io, per il 2012, prevedo una stagione di rinascita, di benessere e perfino di cieli azzurri. Una stagione di speranza, insomma». «Signora Malinpeggio, lei mi sorprende». Ha sorriso: «Non si sorprenda. E ricordi invece che la Speranza è la miglior amica del Disastro».

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