Salta fuori che ieri era il World Lion Day, la Giornata mondiale del leone, e io, oltre a non avere niente da mettermi, non lo sapevo neanche. Per fortuna ho rimediato, nel senso che sull’argomento mi sono messo a leggere qualcosa qui e là, e ho scoperto che di leoni, in giro, non ce ne sono poi tanti: venticinquemila in tutto.
Tanto per fare un paragone a casaccio, venticinquemila è anche la popolazione del comune di Seriate (Bg). Popolazione che avrà in suoi problemi, senza dubbio, ma non risulta sia minacciata da safari di caccia, bracconaggio e allevatori di bestiame. Certo, i seriatesi ruggiscono meno e il consumo pro-capite di carne è ridotto rispetto a quello corrente nella comunità leonesca, ma tant’è: venticinquemila esemplari di leone in tutto il mondo (500 in India, il resto in Africa) sembrano pochini.
Soprattutto se si considera l’immenso bagaglio che l’immaginario umano ha posto sulle spalle di questo animale. Simbolo di forza e di regalità. Re della foresta, nientemeno: mica assessore al Bilancio in Brianza. Romanzi, film, fumetti, cartoni animati. Il Re leone, Lionheart, Le cronache di Narnia. Nella fantasia, insomma, il leone è potentissimo: domina e suscita ammirazione. C’è chi se lo tatua sul braccio e lo esibisce al vicinato mentre porta fuori la spazzatura. Ma nella realtà, il numero dice tutto: venticinquemila. Al prossimo che proclama “meglio un giorno da leone” indichiamo pure la strada per Seriate.
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