La tela bianca

L’iniziativa del Comune di Guardea, un piccolo centro in provincia di Terni, suscita insieme simpatia e perplessità. L’idea, non nuovissima, è quella di premiare l’eroismo quotidiano, quello senza fanfare e senza pubblicità. "Eroi di tutti i giorni" è infatti la denominazione di una «festa» dedicata «a donne e uomini che si sono contraddistinti per gesti di elevato valore sociale, persone comuni che vivono nell’ombra e la cui identità rimane quasi sempre nascosta».
Come dicevo, la proposta suscita simpatia perché sa il cielo quante persone di questo stampo ci sono, quanti gesti compiono senza aspettarsi non dico premi, ma neppure buffetti, e, nonostante la retorica in questi casi sia sempre in agguato, è giusto riconoscere che sono loro a costruire l’unica, vera straordinarietà dell’avventura umana: ovvero, per paradosso, la sua ordinarietà, il suo ostinato procedere quotidiano, l’ineffabile puntiglio nel rappresentare, ogni giorno, un verosimile teatro della serenità.
La perplessità sta proprio in questo: non possono essere eroi, costoro, perché la parola non li rappresenta; anzi, li disturba nel loro incessante tessere, necessario affinché sulla loro tela bianca continui a esistere, in vivi colori, il ritratto del mondo, comprese quelle figure di eroi che, senza di essa, svanirebbero alla luce violenta del cosmo, come fragili affreschi, fatti del sottile pulviscolo delle illusioni.

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