La torre sta bene

La torre sta bene

La Tour Eiffel «sta piuttosto bene». Lo dicono, con cognizione di causa, gli ingegneri del Cetim (Centro tecnologico delle industrie meccaniche) incaricati di realizzare un modello virtuale del celebre monumento ferrigno.
Fino ad oggi, lo stato di salute della Tour era soltanto presunto: ogni sette anni si eseguiva una riverniciatura nel corso della quale venivano sostituiti i pezzi che, a giudizio degli operai, presentavano segni di usura. Oggi, grazie al modello virtuale, generato dai computer, e alle simulazioni di carico, di azione chimica e di avverse condizioni meteo, sappiamo come se la passa veramente.
«Il modellino digitale - spiegano gli ingegneri - ci dice che la struttura è in linea con le norme di sicurezza in vigore e che, nel suo complesso, la torre è ben proporzionata. Sopporta almeno il doppio del suo peso: si muove ma non corre alcun rischio di crollare». Tutto ciò porta a concludere che la Tour Eiffel «dovrebbe poter affrontare serenamente i prossimi due o tre secoli».
E pensare che di tutto quanto sta ai suoi piedi, dentro e oltre la grande Parigi, dalle coste settentrionali di Normandia a quelle meridionali della Riviera; a Ovest fino all’Atlantico che bagna il Portogallo, a Est fino alle fredde cime degli Urali; dal Nord delle selvagge Orcadi, al Sud dell’assolata Lampedusa, insomma di tutto ciò che chiamiamo Europa, altrettanto non si può dire.

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