Se siete tradizionalisti, questi non sono tempi per voi. Si potrebbe obbiettare che nessun tempo, mai, è stato adatto ai tradizionalisti: essi si manifestano appunto quando le tradizioni vengono minacciate. Non c’è nessuna ragione di proclamarsi tradizionalisti quando le tradizioni sono osservate. Al contrario, se l’offensiva innovatrice monta e si fa minacciosa, è logico che il fronte tradizionalista infittisca e faccia barriera. Diciamo allora che questi sono tempi particolarmente difficili per i tradizionalisti. La marcia degli innovatori è particolarmente pressante e muove su più fronti. È appena il caso di ricordare il recente pronunciamento della Corte suprema americana in fatto di nozze gay. Trattasi in realtà di notizia già superata: dall’Inghilterra arriva una notizia - non è uno scherzo - destinata ad avere un profondo impatto sulla struttura familiare del futuro.
Il governo del Regno Unito - che, teniamolo a mente, è formato da un’alleanza tra conservatori e liberali - ha deciso di appoggiare quella che lassù i media chiamano “three person Ivf”, ovvero la fecondazione “in vitro” da parte di tre persone.
Questa tecnica potrebbe, in specifici casi, assicurare la nascita di bambini sani da coppie che normalmente presenterebbero il rischio di trasmettere alla prole malattie mitocondriali, ovvero patologie che compromettono la sopravvivenza delle cellule. Per far ciò, la fecondazione dovrà essere realizzata con il Dna del babbo, della mamma e di una terza persona che assicuri la corretta formazione dei mitocondri.
Tenuto conto del fatto che due è sempre stato il numero magico in fatto di genitori e che solo recentemente ci è stata prospettata la possibilità che entrambi appartengano allo stesso sesso, pensate siamo pronti, adesso, ad accettare che una terza persona bussi alla porta della maternità? In discussione è il termine stesso di “coppia”: la formazione a tre bisognerà chiamarla in un altro modo. Scommettiamo che qualcuno proporrà “troppia”?
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