La zona morta

La zona morta

A voi sembrerà una cosa da nulla, ma per gli scienziati rappresenta un enigma. In poche parole, la faccenda è questa: un team di ricercatori dell’Università di Ingberg si è presentato a un congresso di neuroscienze con una scoperta incredibile: il team ha infatti annunciato di aver individuato una parte del cervello umano "assolutamente superflua".

Davanti a una platea di colleghi stupefatti, i ricercatori di Ingberg hanno sciorinato prove su prove, test su test, calcoli su calcoli, radiografie su radiografie: il tutto per dimostrare che quella piccola sezione dell’encefalo, collocata nelle profondità del lobo temporale, è del tutto inutile. Meno utile, di fatto, di un discorso di Castagnetti alla Camera.

Da un punto di vista biologico, è una rivoluzione: il corpo umano, infatti, non è noto per avere abbondanza di pezzi inutili. Di fatto, a memoria, non ce ne viene in mente nemmeno uno, se non, forse, la lingua di Capezzone. "Abbiamo tentato di tutto per stimolare quella zona del cervello" hanno detto i ricercatori, "venti volontari si sono sottoposti nel giro di alcuni mesi a un vero e proprio un bombardamento: test di intelligenza, prove di memoria, proiezione di immagini violente o sessualmente stimolanti, brani musicali, conversazioni, foto di cani e gatti, foto di facce brutte o buffe: niente di niente. Nessuna reazione, nessun impulso: solo centimetri cubi di materia grigia completamente sprecati".

A questo punto, davanti alle facce attonite dei colleghi in platea, i ricercatori non ce l’hanno più fatta e hanno finito per ammettere che era tutto uno scherzo, una provocazione. Satira neurologica, se volete. Non ci sono parti del cervello che non funzionano. La verità scientifica è un altra: il cervello umano o funziona tutto o non funziona per niente. La seconda circostanza molto più frequente della prima, come ben sanno gli spettatori di "Pomeriggio Cinque".

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