L'accento sul governo

Non proporrò liste di possibili ministri del nascituro governo Renzi per due ragioni: 1) non ho la benché minima informazione su chi parteciperà all’esecutivo; 2) ce ne sono in circolazione moltissime, di liste, e, credo, se proprio volevate leggerle a quest’ora lo avrete senz’altro fatto. Eppure, nell’attesa che il premier incaricato «sciolga la riserva» e comunichi «la squadra» - così si dice e si scrive nel “giornalese” più trito - vorrei approfittarne per avanzare una proposta, nella certezza che non verrà ascoltata. Non che me ne lamenti: è una proposta fatta per il mio divertimento personale e, speriamo, un poco anche per il vostro.

È mia modesta opinione che Renzi dovrebbe formare un governo non politico né tecnico ma regionale. O meglio ancora cittadino. Un governo in cui la scelta dei ministri non sia motivata né da meriti e competenze - e qui mi sento di dire che il rischio è piuttosto basso - né da contentini politici ed equilibri di coalizione (in questo caso, il rischio è quasi certezza): mi piacerebbe invece un governo tutto fiorentino. Non monocolore ma monoaccento, un esecutivo quasi rinascimentale nella strepitosa parlata.

Ecco che entra il vicepremier: «Oh bischeri, Dove l’è ’nda’o Matteo? ’Un ci si doveva vedere qui a palazzo ’higi?».

Risponde il sottosegretario: «L’è ’nda’o a fare una girata. Voleva vedere la ’orte ’ostituzionale».

Entra il ministro per il Commercio. «Oh che si dice?»

Risponde il vicepremier: «Matteo l’è ’nda’o alla ’orte de ’onti».

«Noo!» esclama il sottosegretario. «’Un fà ’onfusione: l’è ’nda’o alla ’orte ’ostituzionale non alla ’orte de’ conti. Gl’è una ’osa diversa».

«Vero! Quella la si chiama ’onsulta».

«Ma i’che tu chiàcchieri di ’onsulta? Penza alle riforme che se qui ’un si ’ombina nulla finisce che ci piglia la scahaiòla».

Cosa, quest’ultima, che - informatevi - raramente viene a nostra insaputa.

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