L'anno che verrà

L'anno che verrà

In queste ultime ore del 2012 è difficile trattenere un moto di gioiosa aspettativa per quanto di buono l'anno in arrivo ci porterà. Tanto per incominciare, un Parlamento tutto nuovo. Non è una bella cosa?

Poiché gli schieramenti elettorali vanno rivelandosi proprio in questi giorni, è possibile giocare un poco d'anticipo con l'immaginazione e tratteggiare, a grandi linee, il Parlamento che sarà.

Incominciamo da quei deputati che potremmo definire appartenenti all'area "Brigittebardot". Irriducibili sopravvissuti di una destra libertina e festaiola, proporrano una modifica dei criteri di eleggibilità alla Camera: cittadinanza italiana (o brasiliana), 16 anni di età e quinta di reggiseno.

Accanto a loro nell'emiciclo, e in drammatico contrasto, i neonati "rigoristi": in loden anche a luglio, faranno accompagnare l'approvazione di ogni nuova tassa da un digiuno e da una pubblica fustigazione. "Ricordati che devi pagare" il loro assilante memento morosi.

Spostandoci a sinistra, ecco i "primaristi": giunti al Parlamento dopo un'infinita teoria di consultazioni elettorali continueranno con questa impostazione per tutta la legislatura. La richiesta di ciascuno di andare al bagno verrà sottoposta dal gruppo a voto con sistema proporzionale e doppio turno alla francese.

Infine, ecco i "giustizialisti", ovvero quel manipolo di deputati che oscilla tra il saio di Grillo e la toga di Ingroia. Si presenteranno divisi in due correnti: una radicale, ispirata a Torquemada, l'altra più moderata, con riferimento culturale a Santi Licheri.

In ogni caso, un Parlamento fresco, interessante, perfino rivoluzionario. Talmente nuovo e stravagante che sarà un gioco da ragazzi, dopo averlo eletto, dire che non ci assomiglia affatto. Nell'attesa, buon anno a tutti.

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