L'anti-ochetta

L'anti-ochetta

Non ha gradito, Federica, il trattamento che le hanno riservato i giornali. L’hanno vista - bionda, bella, fasciata in un abito bianco - scendere la scaletta dell’aereo della delegazione italiana al G20 in Canada. L’hanno vista e hanno pensato: «Eccone un’altra». Poco male se l’avessero solo pensato: il problema è che l’hanno anche scritto.
In verità, il problema è un altro: il sessismo della stampa che, a modo suo, riflette il sessismo della società maschile. Vedi una ragazza carina al seguito dei potenti e pensi subito male. Se poi il potente è Berlusconi, il gioco è fatto: basta apparire in un raggio di venti metri da lui che si viene attirati nel limbo con le varie Patrizia, Noemi, Bondi. I nomi, insomma, che si vogliono associati alle amanti del premier. Lei, Federica, non ci sta e ha voluto precisare di essere di tutt’altra pasta: «Non sono né un’ochetta, né una dama, né una tenera. È chiaro?». Insomma, una dura. Non una che seduce o si lascia sedurre, non una che usa il corpo per fare strada. Piuttosto, una che lavora, che ha studiato, che si impegna: «Ho fatto un sacco di gavetta - ha voluto precisare -, anche in uno studio legale».
Capito, giornalisti superficiali? Federica, non è "una di quelle" neppure per sbaglio e un abito estivo non può bastare a trascinarla in una categoria che non le appartiene. «Io parlo tre lingue!» ha tuonato. Ecco, su questo punto saremmo prudenti. In giro c’è gente che ne parla sei. E spara cazzate in tutte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA