Non è raro sentir dichiarare che le opinioni sono un diritto sacrosanto e che tutte, ma proprio tutte, andrebbero rispettate.
In questi giorni qualcuno però è stato punito per le sue opinioni. Un poliziotto che in un video contestava (o insultava?) la presidente Boldrini circa gli immigrati; un consigliere Pd espulso dopo aver scritto su Facebook che se fosse stato suo figlio il carabiniere faccia a faccia con Carlo Giuliani al G8 di Genova, gli avrebbe consigliato di «prendere bene la mira».
Giusto o sbagliato punire ed espellere? Prima di rilasciare un’opinione anche su questo tema, bisognerebbe sapere che cosa è, in effetti, un’opinione.
Ce lo dice la Treccani: «Concetto che una o più persone si formano riguardo a particolari fatti, fenomeni, manifestazioni, quando, mancando un criterio di certezza assoluta per giudicare della loro natura, si propone un’interpretazione personale che si ritiene esatta».
L’opinione è dunque un’interpretazione che si dà in mancanza di certezze. Ecco dunque che possiamo già dedurre cose interessanti. Per esempio che l’opinione di chi è contro i vaccini non è un’opinione, perché in quel campo le certezze ci sono eccome. E poi che buona parte delle “opinioni” che oggi leggiamo o ascoltiamo non sono affatto tali: non propongono interpretazioni ma pregiudizi, non prevedono indagini empiriche ma solo espettorazione di slogan. E questa sì che è un’opinione.
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