Le ragioni di Mr. Ballsy

A proposito di nuove occupazioni, che dire di Thomas Cantley, 31 anni, americano. Recentemente, questo nostro amico ha rinunciato al suo lavoro per lanciarsi anima e corpo in una nuova attività, del tutto particolare: spingere un testicolo per tutta la strada da Los Angeles a New York.

Il testicolo in questione, gonfiabile, ha un diametro di circa un metro e ottanta ed è intenzione di Thomas farlo rotolare un passo alla volta per tutti i circa quattromila chilometri che dividono le due città. Prima di precipitarci a sfottere il povero Thomas - come a quasi tutti sarà venuto spontaneo di fare – bisognerà sapere che la sua bizzarra iniziativa ha uno scopo utile e benefico. Egli è infatti sopravvissuto a un cancro ai testicoli, la forma tumorale più frequente che colpisce i maschi tra i 15 e i 35 anni. Thomas - che preferisce il soprannome di “Mr. Ballsy” - vorrebbe ci fosse più attenzione e consapevolezza su questo rischio, un autentico colpo basso alla salute (come resistere?)

È difficile credere che il buon Mr. Ballsy non abbia messo in conto motteggi e ironie: essi, c’è da credere, lo accompagneranno per quattromila chilometri. Forse è proprio quello che spera: dopo la battuta, passerà il messaggio. Mi avete preso in giro? Bene, adesso sentitevi in colpa nel pensare alla malattia che mi ha colpito e sganciate qualche dollaro per aiutare la ricerca.

Soprattutto, Thomas ha compreso che non c’è più verso di parlare alla gente di un argomento, e quello soltanto, sperando che ascolti. La ricerca sul cancro deve passare attraverso una partita tra vecchie glorie del pallone; quella contro l’Alzheimer si fa a margine di un concerto rock; i fondi per la sclerosi multipla si ricavano dal balletto o dall’opera. Niente di male, niente di sbagliato, se non che la nostra coscienza va sempre svegliata con delicatezza,senza scuoterla troppo e, anzi, magari carezzandola se non lusingandola. Pagandola per il disturbo. Questo perché, come direbbe Mr. Ballsy, è raro che si riesca a vedere oltre i coglioni che siamo.

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