Le regole della privacy

Le regole della privacy

Si trova un po’ dovunque su Internet la notizia che gruppi sempre più numerosi di utenti stanno dando battaglia al social network Facebook. La ragione? La nuova "privacy policy" di Facebook, ovvero la lista di regole che ogni membro della comunità virtuale deve accettare prima di potersi iscrivere. Regole, fanno notare i "ribelli", ogni giorno più restrittive, arbitrarie e soffocanti: basti notare come il testo della "policy" superi abbondantemente in lunghezza quello della Costituzione americana.
Questo è sorprendente. Senza addentrarsi nello specifico della questione, qui emerge un dato diverso e, secondo me, molto più importante. Evidentemente, oggi, regolare i rapporti individuali è molto più complesso che governare quelli sociali. Eppure, da secoli - da millenni, anzi - è proprio questo che la politica cerca di fare: individuare una forma di armonizzazione della collettività in base a parametri quale pace, giustizia, prosperità e autoconservazione. Bazzecole, a quanto pare, in confronto a ciò che sarebbe necessario per proteggere, assicurare e in qualche modo gestire, un individuo nei confronti degli altri individui. Occupandoci di società con tanto accanimento, dunque, non abbiamo fatto altro che perdere tempo: la vera sfida sta nella ciclopica organizzazione che dobbiamo mettere in piedi in modo da garandire a ognuno di noi il diritto di farsi gli affari propri. Quale morale trarre da tutto ciò, non saprei. E non sono neanche sicuro che sia vostro diritto chiedermelo.

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