Le rose e il bastone

Le rose e il bastone

Trovo la storia che segue fonte di grande ispirazione.

La storia è questa. A Palermo, un posteggiatore abusivo si è conquistato una zona nei pressi del teatro Politeama, proprio nel centro cittadino. Avendola "conquistata" considera questa zona come sua e, di conseguenza, non ammette che in essa si svolgano affari abusivi.

"Abusivi", si intende, dal suo punto di vista perché pure lui, in senso generale, è abusivo, ma egli non se ne cura. Si preoccupa, invece, quando un ragazzino Tamil incomincia a vendere rose nella sua zona. Lo affronta e gli dice che non può vendere rose abusivamente nella sua zona abusiva. E dove siamo? Nella giungla? Il ragazzino, però, le rose vorrebbe venderle lo stesso e il posteggiatore abusivo allora gli fa una proposta. «Tu le rose puoi continuare a venderle, ma a una condizione: che ogni giorno mi paghi il caffè». Il ragazzino delle rose capisce che se vuole continuare nel suo tranquillo traffico abusivo sarà meglio che ceda alle richieste del posteggiatore altrettanto abusivo. Un giorno, però, il ragazzino delle rose decide che non è giusto pagare il caffè. I fondo sono tutti e due abusivi, lui e il posteggiatore: che diritto ha l’altro di imporgli una tassa? Presenta dunque le sue rimostranze al posteggiatore. Questi lo ascolta e, afferrata una mazza di legno, gliela spacca sulla testa.

Da tutto ciò traggo l’insegnamento che, in un mondo sempre più insofferente delle regole, tra chi porta le rose e chi porta un bastone, vince quello con il bastone.

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