Le tre incombenze

Mi rendo conto di quanto sia patetico, ma purtroppo non riesco a farne a meno. Ecco perché, nelle prossime righe, vi troverete a confronto con una lamentazione circa il tempo che fugge, l’età che avanza, il corpo che si corrompe eccetera, eccetera.

Protagonista del doloroso processo sono io e le osservazioni che seguono sono pertanto ricavate, nella tecnica inaugurata da Montaigne, dall’osservazione del soggetto a me più vicino: io stesso. Ebbene, mi sono accorto che, da qualche tempo a questa parte, nel condurre le mie giornate ricorro sempre più spesso a sistemi di gestione delle mie energie.

Cercherò di spiegarmi meglio: poiché gli stati che trovo più confortevoli sono quelli cosiddetti “a riposo” ma, tuttavia, durante il giorno, ho comunque alcune incombenze da portare a termine, cerco di raggruppare queste ultime in catene razionalizzate in modo che partendo da uno “stato di riposo A” io possa svolgere le suddette incombenze nel minor tempo possibile per ritrovarmi infine nello “stato di riposo B”. Per fare un esempio, una possibile “catena razionalizzata” di incombenze potrebbe essere: 1) portar fuori la spazzatura, 2) portar dentro un sacco di pellet, 3) dar da mangiare ai mici.

Sempre più spesso, però, qualcosa disturba il ben ragionato processo. Partendo dallo “stato di riposo A” mi ritrovo nello “stato di riposo B” non nello stato d’animo soddisfatto di chi ha compiuto il proprio dovere, ma in quello confuso di chi sa che aveva tre cose da fare, ma sa di averne fatte solo due e non ha più idea di cosa fosse la terza. Di solito, eseguo puntualmente il punto 1, quale esso sia. Ma i punti 2 e 3 possono perdersi ogni momento per strada. La memoria, in conclusione, non è più affidabile come un tempo e la cosa è scoraggiante. Se avete cinquant’anni di età o giù di lì e volete condividere le vostre esperienze in merito, scrivetemi. Vi ringrazio anticipatamente perché quando riceverò i vostri messaggi, con ogni probabilità non ricorderò di averli sollecitati io stesso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA