Le vacanze della signora Malinpeggio

Le vacanze della signora Malinpeggio

La signora Malinpeggio è tornata dalle vacanze. Si tratta, ricorderete, di quella conoscente che circola ammantata di pessimismo come di una pelliccia di visone. La metafora è appropriata perché, pur se la pelliccia è fuori stagione, quando incontro la signora la trovo ammantata di un’abbronzatura altrettanto lussuosa, certamente messa a punto su una spiaggia d’élite. «Resort in Grecia - conferma lei -: l’ho prenotato con "Small Luxury Hotels of the World"». Colto di sorpresa, tardo a imbastire una risposta. Lei estrae dalla borsetta un telefonino ultima generazione e, con dita esperte, già sfoglia immagini digitali. «Vede? Eccomi al cocktail serale presso il pool bar, qui invece con il personale della spa, durante l’escursione per lo snorkeling e alla buffet dinner offerta dalla direzione».
Dopo qualche sforzo per ricollocare la mandibola nella sua sede originale, riesco finalmente a spiccicare qualche parola. «Ma non le sembra che tutto questo lusso, questo edonismo, questa "joie de vivre", contrasti un poco con la sua filosofia del veder nero, del pensare al peggio e del Dio ce la mandi male che almeno non è malissimo?»
«Al contrario!» ha detto lei. «L’ottimismo, credendo nel futuro, dispone al risparmio di sé in attesa del meglio; il pessimismo induce invece a concedersi al presente in vista dell’inevitabile fine». «Lei dunque si sente affine a quelle coppie che, sul Titanic, ballavano alla musica dell’orchestra...» «Siamo tutti sul Titanic» ha replicato la signora strizzando l’occhio: «Sta a lei decidere se ballare o no».

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