Come pensano le persone intelligenti? A spanne, potremmo supporre che non esista un sistema univoco di pensiero. Ogni persona intelligente, ci azzarderemmo a dire, applica uno suo personale sistema di ragionamento. Non è così: lo sostiene il professor Bryan Caplan, autore di uno studio nel quale sostiene che “le persone molto intelligenti ragionano come economisti”. Se ne deduce che Einstein sbagliò mestiere. Oltretutto, il fatto che il professor Caplan stesso sia un economista potrebbe indurre qualche sospetto. Passiamogliela per buona, però; la domanda che ci preme è questa: “Se le persone intelligenti ragionano come economisti, come ragionano gli economisti?” Spiega Caplan: “Gli economisti hanno fiducia nel libero mercato, credono della necessità che lo Stato se ne tenga alla larga, apprezzano i vantaggi dello scambio globale e riconoscono i benefici derivanti dall'aumento di produttività con minor manodopera”.
Questa, a dir la verità, suona più come un'opinione che come una pensata intelligente, ma Caplan assicura di no. Egli afferma che le persone intelligenti tendono a studiare di più e chi studia di più giunge a queste conclusioni. Oppure, sospettiamo noi, Caplan, che si ritiene molto intelligente, ha un'opinione; ergo, pensa che chi ha la stessa opinione debba avere la stessa, cospicua, intelligenza. Il problema è che il sillogismo funziona anche se sostituiamo “stupidità” a “intelligenza”. Non ditelo a Caplan: potrebbe venirgli un dubbio. E i dubbi non son cose da economisti.
Questa, a dir la verità, suona più come un'opinione che come una pensata intelligente, ma Caplan assicura di no. Egli afferma che le persone intelligenti tendono a studiare di più e chi studia di più giunge a queste conclusioni. Oppure, sospettiamo noi, Caplan, che si ritiene molto intelligente, ha un'opinione; ergo, pensa che chi ha la stessa opinione debba avere la stessa, cospicua, intelligenza. Il problema è che il sillogismo funziona anche se sostituiamo “stupidità” a “intelligenza”. Non ditelo a Caplan: potrebbe venirgli un dubbio. E i dubbi non son cose da economisti.
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