L'elefante

L'elefante

Sapevate che l’ira è «l’elefante nella stanza della salute mentale»? Io non lo sapevo, ma lo dice la Mental Health Foundation (Fondazione per la Salute Mentale), un organismo inglese che non è abituato a scherzare su queste cose. Partendo da questo assunto, la Fondazione si è decisa a trovare un modo efficace per combattere l’ira, perché nessuno vuole un elefante nella sua stanza, a meno che non sia pazzo e questo è precisamente il punto.

Dopo una serie di esperimenti e di studi molto approfonditi, alla Fondazione sono arrivati a una conclusione: il modo più efficace per combattere (e sconfiggere) l’ira è distanziarsi dalla situazione che l’ha provocata. Questo non significa che i ricercatori inglesi vogliano suggerirci di abbandonare il campo a ogni variazione negativa dell’umore. Tutt’altro: essi suggeriscono piuttosto di rimanere sul posto, ma di defilarsi. «L’atteggiamento psicologico di chi vuole scacciare la rabbia dovrebbe essere quello di una mosca sul muro» dicono.

In altre parole, invece di agitare i pugni, alzare la voce e assumere colorazioni accese delle gote, il furibondo dovrebbe avere la forza mentale di staccarsi da se stesso e assistere alla situazione che ha provocato la sua reazione rabbiosa come fosse un testimone disinteressato e, addirittura, talmente minuscolo da essere quasi invisibile.

Sono convinto che questo sistema porterà immensi benefici agli iracondi di nazionalità inglese, e forse perfino a quelli scozzesi e gallesi. Escludo, invece, che gli italiani possano applicarlo con altrettanto successo. Da queste parti, l’ira è sempre un’ottima occasione per dar spettacolo, porsi al centro della scena e investire gli altri con un roboante monologo sparato dritto dal nostro ego. In Italia, l’ira è sì un elefante nella stanza della salute mentale. Ma della salute mentale altrui.

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