L'ente inutile

Si può, oggigiorno, piantare un casino per un euro e cinquanta centesimi? Se si tratta del canone Rai, temo di sì.

I quotidiani hanno sciolto questa modesta sommetta nel ben più imponente elenco dei balzelli che gli italiani dovranno affrontare nel 2013. Tasse per tutti i gusti e di tutte le forme, rincari su ogni singolo prodotto e su ogni immaginabile servizio. Eppure scommetto che molti - e io mi metto tra questi - avranno provato più fastidio per quell’euro e mezzo concesso alla Rai che per altri, più esosi tributi.

Il problema, credo, è che la Rai si vede in tv. I responsabili di questo ente hanno la curiosa abitudine di trasmettere per televisione le baggianate che vanno allestendo di giorno in giorno. Un errore fatale: se nessuno potesse vedere le interviste di Marzullo, per dire, la Rai potrebbe sperare di farla franca almeno su questo. Invece no: Marzullo va in onda, sia pure a ora tarda, su tutto il territorio nazionale. Come si può sperare che la gente non se ne accorga e, di conseguenza, si incavoli?

Un altro esempio. Nei giorni scorsi la Rai ha organizzato un obbrobrio intitolato "Le Nuvole" che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto essere una specie di tributo a Fabrizio De André. Omaggi del genere, bisogna dire, fanno sentire meno la mancanza dell’omaggiato perché si pensa al dolore che gli avrebbe provocato uno scempio del genere. Anche qui, la Rai ha sbagliato: voleva affidare a un gruppo di dilettanti il compito di massacrare i brani di De André? Lo facesse in privato, al buio possibilmente, senza testimoni e certamente senza pubblicizzare la faccenda. E invece no: telecamere accese, riflettori, annunci sui giornali, spot prima del telegiornale.

La Rai, insomma, manca di discrezione: per questo mi secca doverle sganciare un euro e 50 in più. Se ne stesse buona, zitta, evitando di farsi notare: proprio come fanno tutti gli altri enti inutili che si prendono i miei soldi senza che io ne sappia nulla.

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