L'era dei Paesi Bassi

L'era dei Paesi Bassi

Un amico - per discrezione lo indicherò con il nome in codice di "Conte Mascetti" - mi sottopone un fatto che gli procura non poco disagio. Egli lamenta come le sue cene casalinghe vengano disturbate dall’ossessivo passaggio, in televisione, di spot intesi a magnificare le doti degli assorbenti e, in generale, dei prodotti destinati all’area genitale.
Come dargli torto? Chiunque sia dotato di immaginazione non può che subire con rabbia il riprovevole contrasto tra il cibo e la propaganda di prodotti pensati per tamponare intime falle. Purtroppo, più che esprimergli solidarietà non posso fare. Credo che la biasimevole pratica sia ormai irreversibile, tenuto conto che siamo entrati nell’era genitale della nostra civiltà. Laddove un tempo era il cervello a detenere, almeno formalmente, il primato, oggi sono le parti ombreggiate ad essere esibite, decantate e, si direbbe, appuntate al corpo come medaglie al valore. Basti pensare al fatto che, non molto tempo fa, l’epiteto "testa di c." era ritenuto offensivo in quanto insinuava che ci fosse un "c." al posto della testa; oggi, al contrario, pare lo si consideri insultante perché allude al fatto che ci possa essere una testa al posto del "c."
In ogni caso, con tanta attenzione dedicata alle zone mediane del corpo, è inevitabile che i prodotti a esse consacrati invadano sfere non di loro stretta competenza e, metaforicamente parlando, si mescolino alla pastasciutta. Siamo nell’era dei Paesi Bassi, insomma: gusto sotto il livello del mare.

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