Nel bel film di Sofia Coppola “Lost in translation” (2003) si assiste all’avvicinamento e alla reciproca comprensione di due anime, quelle di Scarlett Johansson e di Bill Murray, in un contesto - Tokyo - in cui per due occidentali il linguaggio, la cultura, le consuetudini e ogni altra forma di comunicazione sembrano farsi, se non ostili, quantomeno estranei. Sappiamo come il mestiere del traduttore richieda grande sensibilità. Una sensibilità sdoppiata, perché le lingue non si sovrappongono mai perfettamente e ciò che è detto in un idioma non è necessariamente reso da una traduzione letterale: occorre dunque trasferire il significato da uno schema all’altro con mille e mille cautele. Ci sono casi in cui tradurre è semplicemente impossibile: eccessivo il bagaglio di sfumature, allusioni, conoscenze e sensazioni inconsce che occorrerebbe traghettare.
Tutto questo rende le lingue, se possibile, ancora più affascinanti, perché dimostra quanto esse siano profondamente legate agli uomini e alle loro culture. Spaventa un po’, anche: proverebbe come tra popoli e culture non è infine possibile una comunicazione piena, totale. Ma se comunicare è forse più cercare di capire che capire in sé, troveremo utile sfogliare un libro di Ella Frances Sanders.
Intitolato proprio come il film, presenta con parole e illustrazioni un “fior da fiore” di parole tratte da diverse lingue e che risulta difficile tradurre con lemmi corrispondenti. Parole, insomma, che esistono solo nella “loro” lingua e non in altre: più che tradotte, vanno spiegate e, nel caso del libro, disegnate.
Tra queste, citerei “Foreskelt” che, in norvegese, indica «l’indescrivibile euforia che coglie quando si incomincia ad innamorarsi» e , dal giapponese, “Tsundoku”: «Lasciare un libro senza averlo letto dopo averlo comprato, di solito impilato con altri libri non letti». Ce ne sono tante altre, di parole così, alle quali aggiungerei una mia: “Fasiltetorlicr”: quella sensazione ambigua tra vergogna e speranza di farla franca provata da chi arriva alla fine di un articolo e non sa come chiuderlo.
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