L'impronta

L'impronta

La vita è un armonioso contenitore di ironiche coincidenze. Stampata questa immortale definizione, per la quale vi prego di trattenere l’applauso, vado a spiegarmi.

Innanzitutto, dovete sapere che, secondo quando riportato dai notiziari, un’impronta di dinosauro vissuto nel Cretaceo, circa 112 milioni di anni fa, è stata scoperta nel Goddard Space Flight Center della Nasa, a Greenbelt. «L’impronta lasciata dal dinosauro nel fango cretaceo - aggiunge l’Ansa - è larga circa 30 centimetri e ora appare stampata nella roccia rossastra di un pendio all’interno del centro spaziale, che ospita circa 7.000 fra ricercatori e tecnici del personale amministrativo».

L’ironia, credo, sta nel fatto che proprio in un centro spaziale, dove tutti girano con gli occhi e i pensieri rivolti alle stelle, la testimonianza in fondo più autentica della profondità cosmica del Creato sta in un angolino di roccia che, fino a ieri, nessuno aveva degnato di uno sguardo. Se ci pensate, l’ingrediente principale della sorpresa è proprio la dimenticanza: lasciate una pedata in salotto inosservata per un centinaio di milioni di anni e, invece della testimonianza di una famiglia poco attenta alla pulizia, passerà alla storia un reperto di inestimabile valore.

Noi restiamo affascinati da una semplice impronta di dinosauro, ma provate a pensare a quei posteri sconosciuti che tra 112 milioni di anni scopriranno le rovine del Goddard Space Flight Center di Greenbelt.
Si aggireranno cauti e pieni di sorpresa nei corridoi vuoti, nelle sale di controllo abbandonate da tempo immemorabile, tra gli impianti ormai infinitamente obsoleti, quando qualcuno di loro, all’improvviso, urlerà: «Guardate qui! C’è un’impronta di dinosauro! Questa avrà almeno 224 milioni di anni...»

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