Lincoln, chi era costui?

Lincoln, chi era costui?

Ci sono molti argomenti a favore delle primarie nei partiti, non ultimo quello che si tratta di una pratica tradizionale del sistema politico americano e l’America, per quanto il suo assetto elettorale possa essere discusso e certamente resta poco partecipato, è comunque un modello di democrazia. Molti "pro", dunque, ma anche qualche "contro", il più importante dei quali è che le primarie introducono nei partiti, come un cavallo di Troia, certi meccanismi elettorali legati alla popolarità e non al merito, ai sondaggi e non alla ragione, che già largamente influenzano il suffragio universale.

A riprova di tutto ciò, un articolo di Jackie Hogan sul "Christian Science Monitor" sostiene che, oggi, il Partito repubblicano non candiderebbe mai, alle presidenziali, un tipo come Abraham Lincoln.

«Quattro ragioni - scrive Hogan -: Lincoln fu il primo a introdurre la tassa progressiva sul reddito (dunque facendo pagare ai ricchi molto più che ai poveri); non fece mai pubblica dichiarazione di fede in Dio, pur menzionandolo in qualche discorso; non era particolarmente attraente (certo non al paragone con Mitt Romney); sosteneva di solito posizioni moderate, dilungandosi nelle sue argomentazioni». L’esatto contrario dell’ideale candidato conservatore di oggi, a dimostrazione che fine ultimo dell’incessante, intenso lavorio della politica è quello di snaturare se stessa.

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