Lo scavo archeologico

La sentenza Berlusconi ha qualcosa in comune con la leggenda di Re Mida: purtroppo il materiale che si ottiene avvicinandosi a essa non è precisamente oro ma qualcosa di molto meno nobile.

È toccato per primo a Berlusconi stesso, naturalmente, ora impossibilitato a respingere l’etichetta di evasore fiscale certificato e alle prese con una serie di impedimenti che ostacolano la sua attività politica. Poi è stato il turno del giudice Esposito, responsabile di un’intervista di singolare, lambicchevole sventatezza. Intorno, altre vittime di portata minore: non ultimi i rappresentanti politici, berlusconiani e no, in coda davanti alle telecamere per rilasciare combattive dichiarazioni sempre più evanescenti in punto di logica. All’elenco dei “contagiati” va aggiunto il sindaco di Roma Ignazio Marino.

Rimasto impelagato in una polemica sulle autorizzazioni per la manifestazione di via del Plebiscito, si è beccato del «cretino» da Cicchitto, cosa che non farebbe piacere neppure ai cretini accertati. Non entro ovviamente nel merito della questione, ma credo che prima di formarci un’opinione circa la robustezza mentale del sindaco Marino dovremo senz’altro considerare a suo favore l’iniziativa di pedonalizzare la via dei Fori Imperiali.

Un’ordinanza che togliesse le auto dai pressi del Colosseo e da tutte le altre testimonianze archeologiche della zona era da tempo dovuta non solo alla città di Roma, ma a tutto il mondo. Difficile pensare a un’area che, più di quella romana, meritasse di venire isolata in modo da accentuarne la preziosità storica, artistica e monumentale. L’operazione di via dei Fori Imperiali dovrebbe incoraggiare altre amministrazioni ad avviare lo scavo archeologico più importante della nostra epoca: quello inteso a liberare il Paese dalla patina di auto disposte a capocchia che lo ricopre.

Perché un uomo che passeggia nella storia è un uomo, se ci passa sopra in auto è un uomo indifferente, se ci passa in auto blu è addirittura un pericolo pubblico.

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