Lo schiocco dell’anima

Ora sappiamo con certezza scientifica che neppure quattro bambini morti in un incendio riescono a trattenere la stupidità di certi soggetti commentanti e deliranti. Non che in cuor nostro ne dubitassimo, ma tocca muoverci più basso di un altro gradino sulla scala della fiducia nell’umanità e non è mai una bella cosa.

Si ricava tuttavia un poco di soddisfazione nel rilevare come, statisticamente, i deliranti siano in oggettiva minoranza rispetto alla massa comprensiva e dolente e, soprattutto, come non pochi si siano fatti avanti coprendoli, sui social, di contumelie non di rado fantasiose, quelle che, in letteratura, trovano un corrispettivo nobile in Rabelais.

Insultare la gente non è mai una bella cosa e non vorrei essere io a sdoganare la pratica, ma non sarebbe giusto far passare questi episodi senza sottolineare come tali reazioni emotive siano segno, certo non di buona etichetta, ma di vigorosa salute mentale.

La reazione degli ingiuriati è sempre la stessa: “Ecco, quando non hanno argomenti insultano”. Bisognerebbe a questo punto spiegare loro che l’intelligenza (anche quella modesta, ordinaria, comune) è tale proprio perché rifiuta di scendere al livello della stupidità e quindi contro di essa non impiega “argomenti”, che non sono né necessari né dovuti, ma produce solo un singulto, uno schiocco dell’anima. L’insulto è il rumore di una coscienza che si ribella.

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