Ecco una domanda alla quale da maschio (eterosessuale) non credevo mai fosse possibile trovare risposta: che cosa osserva una donna (eterosessuale) quando guarda un’altra donna? Salta fuori che a parità di oggetto dello sguardo, non c’è differenza tra l’occhio femminile e quello maschile.
Dice la sintesi di una ricerca che «le donne, proprio come gli uomini, spendono un tempo sproporzionato a esaminare la vita, i fianchi e il seno delle altre donne, quasi a voler stimare quanto possano essere attraenti per gli uomini».
In tutto ciò, la mia mente sobbalza sul termine “sproporzionato” perché, a mio modesto parere, è difficile stabilire la giusta proporzione di uno sguardo diretto a una donna (d’istinto mi verrebbe da dire che dovrebbe fermarsi un passo prima dello stalking, non di più) ma, a parte questo dettaglio, non c’è dubbio che la ricerca abbia un suo interesse. Secondo gli scienziati, la ragione di questo particolare scrutinio da donna a donna risiede nell’evoluzione: il comportamento rientra infatti nel quadro di selezione dei potenziali candidati all’accoppiamento (scusate, ma non trovo termine più gentile che si adegui al terreno darwiniano nel quale mi sono inoltrato). In altre parole, tale sguardo è destinato a individuare potenziali rivali.
Ma gli scienziati muovono un passo oltre Darwin e si avventurano nella sociologia: lo sguardo di cui sopra rivelerebbe una nevrosi collettiva del genere femminile, ovvero un comune tratto di insoddisfazione per il proprio corpo. La verifica del corpo altrui prelude al paragone con il proprio, operazione che, non di rado, si conclude per le donne con un senso (quasi sempre ingiustificato) di insoddisfazione. Si potrebbe dire che in una partita giocata sul terreno dell’estetica femminile, ancora dettato dagli uomini, le donne si perdono in una sfida con se stesse. Per fortuna, basta poi che guardino alla carcassa del sottoscritto per sciogliersi in una corroborante risata.
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