L'offesa

L'offesa

Potreste trovarlo difficile da credere, specie se avete appena fatto scorrere il palinsesto di Italia 1, ma in giro c'è ancora parecchia intelligenza (qui un esempio tra i tanti). Il problema è saperla individuare perché essa, a differenza delle cose stupide, fa poco rumore. Inoltre, forse per proteggersi da tempi non esattamente propizi, si è fatta piccola, scarsamente appariscente e senz'altro coniugata a traguardi relativamente modesti.

Negli ultimi 250-300 anni sono stati scritti trattati filosofici di immensa portata intellettuale; nel contempo, la scienza si è fatta creditrice di scoperte straordinarie e la letteratura ha portato alle estreme conseguenze il tentativo di una empirica ma prodigiosamente intuitiva mappatura dell'esperienza umana. Prodotti, questi, di un'intelligenza usata su larga scala, nella completa fiducia della superiorità dell'intelletto e in virtù di un diffuso rispetto per il genio. Condizioni, queste, oggi inesistenti: per questa ragione, come i licheni crescono sulle rocce, l'intelligenza si è adattata e attecchisce su ciò che le è appena sufficiente a sopravvivere.

Non so spiegarlo meglio, ma mi sembra questa una ragione sufficiente per ammirare il limitato ingegno del presente ancor più della monumentale saggezza del passato. Può darsi che i posteri scarteranno questa nostra epoca come sciocca e intellettualmente rachitica: così facendo non sapranno mai quanta fatica in più ci è toccato affrontare ogni volta che abbiamo voluto risparmiare al mondo l'offesa di una scempiaggine.

© RIPRODUZIONE RISERVATA