Allegria: la campagna elettorale 2013 ha toccato ufficialmente un nuovo record negativo di intelligenza e maturità dialettica. Sui partiti andrebbe stampigliata la dicitura: non adatto ai bambini sopra i 3 anni di età.

Tutto è accaduto ieri in un rapido scambio di dichiarazioni. Prima Berlusconi accetta e anzi auspica un confronto tv con Bersani (ma non con gli altri candidati «se no si fa confusione»). A questa uscita, il Pd replica che Bersani il confronto lo fa «solo con i candidati premier» e Berlusconi, non è, ufficialmente, candidato premier del centrodestra. Non passano che pochi minuti e dal Pdl arrivano pernacchie e sfottò, il cui senso, in sintesi, è questo: «Tutte scuse, se non vieni è perché hai paura». Si distingue, nel coro, il deputato Laura Ravetto secondo la quale «Bersani ha la classica paura del ring». Da notare che solo pochi giorni fa la stessa Ravetto aveva paragonato Bersani al maratoneta Dorando Pietri assicurando che «farà la stessa fine».

Al di là degli sbandamenti sportivi dell’onorevole Ravetto, si vede bene come il livello, da entrambe le parti, non sia eccelso. Ricorda, in effetti, certe risse da cortile in voga quando i bambini, e ormai si parla di decenni orsono, frequentavano i cortili e magari anche i giardini pubblici. La ragione, forse, è che i contendenti, non più di primo pelo, appartengono di fatto a generazioni cresciute per strada che, nel caso di conflitti gravi, potevano andare avanti per ore a sfidarsi: «Scemo tu», «No, scemo tu», «No, scemo tu e chi non te lo dice».

Sono convinto che le leve più giovani, tra cui figli e nipoti dei candidati di cui sopra, già facciano miglior uso del loro cervello, impegnandolo in studi e in ricreazioni più intellettualmente stimolanti. Immagino i cronisti chiamare a casa: «Scusi, c’è l’onorevole?» «Veramente è in cortile con il sottosegretario: fanno a chi sputa più lontano» risponde il pargolo con un sospiro, «Se vuole le passo la Rivetto, così glieli paragona a Mark Spitz».

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