L'orchestra

L'orchestra

Sentite che quiete? Gli uccelli cinguettano; in lontananza, un cane abbaia; il gatto, acciambellato sulla sedia, ronfa fiducioso. Sono le ultime ore del Vecchio Ordine ed è naturale che trascorrano in serenità. Ormai è finita: che senso avrebbe continuare ad accapigliarsi su uno stato di cose destinato, nel giro di poche ore, a cambiare completamente? Si vota per le amministrative, oggi e domattina. Nel pomeriggio di domani le urne colme verranno aperte e rovesciate: le schede ne usciranno in allegra valanga, come tanti studenti all’ultimo giorno di scuola. Seguirà la conta dei voti: una breve attesa e saremo nel Nuovo Ordine.
Capite bene, si tratta di roba grossa: c’è chi avrà guadagnato lo 0,5% e chi avrà perso l’1,2. Ci sarà chi si consoliderà a Milano e chi, invece, perderà terreno a Bologna; altri faranno diga a Torino e altri ancora avanzeranno a Napoli. E le astensioni? Quante ce ne saranno? Magari aumenteranno dello 0,4%; magari si assesteranno, o denoteranno una tendenza a crescere al Sud e a declinare al Nord. O viceversa: ancora non lo sappiamo. Senza contare Grillo: come analizzare il fenomeno Grillo? Se poi sarà un fenomeno per davvero! Chi può dirlo?
Mentre il gatto sbadiglia, sappiamo soltanto che oggi è l’ultimo giorno del Vecchio Ordine: da domani lo scenario politico sarà inedito, elettrizzante, diverso, inesplorato, vergine. Proprio come un’orchestra nuova, appena assemblata, che ancora non ha emesso una singola nota. Per fortuna che, a presentarcela e a spiegarcela per filo e per segno, di sicuro ci saranno i soliti tromboni.

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