il nostro non è più un mondo di problemi: è un mondo di soluzioni. Vado a spiegarmi.
L’osservazione empirica di ciò che mi circonda evidenzia la presenza di tanti problemi. Ci sono persone che vivono in condizioni inaccettabili, altre vengono sopraffatte da brutali emergenze, altre ancora devono sopportare a lungo sofferenze acutissime. Tutte queste cose sono visibili a chiunque voglia applicarsi. Ma ancora più visibili, perché sfacciatamente esibite, sono le soluzioni. Non necessariamente le soluzioni ai problemi di cui sopra, anzi ben di rado qualcuno dispone di ricette efficaci per tali circostanze: le soluzioni a cui faccio riferimento sono invece disponibili per problemi che, spesso, non sappiamo di avere prima che ci vengano prospettati.
Tipico il caso delle offerte di tecniche, quasi sempre raccolte e illustrate in libri, che dovrebbero illuminarci la via verso una versione potenziata di noi stessi. I problemi che si propongono di affrontare diventano allora generici: siamo troppo timidi? Oppure poco determinati? Nella vita, forse, ci manca giusto quel pizzico di coraggio?
A questo ultimo “problema” si propone di porre rimedio un sistema che ci invita a riscoprire nientemeno che il pensiero degli Stoici. Che cosa facevano, costoro, per superare le loro paure? Invece di evitarle le affrontavano a viso aperto. Dunque, imitiamoli: chi per esempio ha paura della povertà si appresti a vivere, almeno per qualche giorno, all’addiaccio. Una sorta di vaccinazione che dovrebbe aiutarci a ridurre l’effetto della paura sulla capacità di prendere decisioni sagge.
Il business delle soluzioni, deduco, spezzetta le nostre paure e cataloga le nostre incertezze generalizzandole in modo da venderle a tutti o quasi. Sempre, però, si vede sfuggire il Grande Problema, il Costante Cruccio. In altre parole: l’Ultima Paura per cui non c’è che una soluzione. Proprio quella che tutti ci sforziamo di allontanare il più possibile.
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