Solo di recente ho realizzato come YouTube non sia affatto un “magazzino di video” ma una formidabile macchina del tempo. Fino a qualche anno fa, ogni cosa che ci passava per la testa era catalogabile come pensiero o come ricordo; oggi, nel secondo caso, si tratta di un ricordo passabile di verifica. Alla verifica ci pensa, appunto, YouTube. E fa una bella differenza.
Letta la triste notizia della scomparsa di Bud Spencer, il mio pensiero è andato ai suoi film, in particolare quelli girati in coppia con Terence Hill prima della vocazione di quest’ultimo, e ancora più nello specifico a due pellicole che entusiasmarono la mia generazione: “Lo chiamavano Trinità” e “Altrimenti ci arrabbiamo”.
Vivessi ancora in tempi pre-YouTube avrei giusto potuto ricordare l’entusiasmo di allora ed esso si sarebbe pertanto appropriato dei film - del loro ricordo, cioè, ma di fatto dell’unica cosa a me accessibile - conferendo loro una patina di eccellenza. Grazie a YouTube, è stato invece possibile mettere a paragone la memoria con la realtà. E ho scoperto che quei film non erano affatto gran cosa.
Chiedo scusa a chi mi considererà blasfemo: non è mia intenzione offendere. Chiedo solo di fare la prova e guardare online qualche sequenza. Non trovate anche voi che la recitazione sia legnosa, le situazioni improbabili e i dialoghi risibili? Perfino la colonna sonora, colma di schiaffoni risonanti e pistolettate fumettistiche, era grottesca e sopra le righe. Si salvano non tanto i due attori protagonisti, quanto i loro personaggi. Grezzi ma complementari, nella loro semplicità ancora oggi offrono a tutti la possibilità di entrare in empatia.
Il fenomeno magico, irripetibile e preziosissimo legato a quei film era la straordinaria capacità di sospensione dell’incredulità che noi ragazzi riuscivamo a esprimere per metterci in perfetta sintonia con loro. Era ingenuità, purezza, gioia. Andandosene, Bud Spencer ha portato con sé l’ultima traccia di quell’incanto. E non c’è YouTube che possa restituircela.
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