Come se questo mondo non fosse esigente e competitivo abbastanza, ecco che abbiamo da temere un'altra sfida al nostro amor proprio, un ennesimo attentato al monumento a noi stessi che, a beneficio altrui e soprattutto nostro, ogni giorno ci sforziamo di erigere. La sfida cui vado accennando è tutta nuova e apparentemente di scarsa importanza ma, come si suol dire, potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso.
Di solito, si presenta sotto l'aspetto rassicurante di un amico o un collega. Abbassate le difese, lo lasciamo avvicinare ed egli, con un sorriso suadente, affonda la fatale domanda: “A che livello sei di Candy Crush?”
Ora, per quei pochi di noi rimasti a vivere nelle caverne, gioverà spiegare che Candy Crush Saga è un giochino per computer, smartphone e tablet. Si tratta di allineare caramelle virtuali: minimo tre, ma allineandone di più si ottengono dei bonus che aiutano a passare al livello successivo. Il tutto è accompagnato da effetti visivi e sonori e, in caso si riescano a formare combinazioni particolarmente efficaci, da commenti tipo: “Sweet!”, “Delicious!”, “Tasty!” e perfino “Divine!”.
Il gioco è carino e a modo suo appassionante ma non mi strapperei i capelli e, soprattutto, non arriverei al punto di dubitare del talento altrui basandomi sul fatto che, come nel mio caso, non ha ancora raggiunto un livello piuttosto alto nel gioco. Mi ritengo superiore a queste banalità, anche se non mi è ancora chiaro a quale livello superiore. Persone meno equilibrate e in controllo di se stesse potrebbero tuttavia essere vittima di disturbi della personalità - “Delicious!” -, subire repentini cambiamenti di umore - “Tasty!” - e diventare prigionieri di un meccanismo insipido - “Divine!” - quanto ossessionante. Non che ci sia molto a aggiungere: davvero sarebbe un peccato spendere troppe parole su questo argomento - “Sweet!” -, anche perché lo spazio per oggi è finito e - “Wonderful!” - l'articolo is completed.
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