Ma guarda questo

Ma guarda questo

Non è mai gradevole chiamare Bicio Crosetti - già mio compagno di scuola, oggi "programming-consulting-financing manager" di non so che cosa - ma quando la tecnologia si ribella non c’è nessuno meglio di lui. L’altro giorno, dopo aver registrato un ammutinamento del mio computer, ho preso il telefono per rivolgere a Bicio un supplichevole Sos.

«Stai calmo» mi ha detto lui. «Dammi nome e modello». Ho riferito i dati richiesti e lui ha attaccato a ridere per mezzora. Me lo aspettavo: qualsiasi modello di qualsiasi marca di qualsiasi apparecchio lo diverte perché, dal suo punto di vista, è superato e/o è una fregatura. Alla fine ha chiesto: «Che cosa dice?» «Il messaggio sullo schermo, intendi?» «Sì». «Qualcosa sul format. Format non compatibile. O non compattabile. C’è un problema di compattamento, pare. Un formatimento non comportabile».

«Mmm» ha commentato, «e il tono com’è?» «Quale tono?» «Il tono del messaggio». «Non capisco: è un messaggio. Quale tono vuoi che abbia?» «Cerca di capirlo» ha insistito lui, «ti sembra irritato? Oppure canzonatorio? O geloso: ecco, magari è geloso. Si sente trascurato. Ho indovinato, eh?»

A questo punto ho dovuto raccogliere la mia pazienza: «Ma Bicio, che cosa dici? È un computer, non ha esigenze di questo genere». Dal telefono è uscita una musica un po’ lagnosa, soft-core, un sax alla Papetti. Poi la voce di Bicio, bassa e suadente: «Se la pensi così, mandalo da me che ci penso io. Mandalo, dai. Che cosa ti costa?» Ho riappeso di scatto. Ma guarda questo. Col mio computer!

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