Mach6

Nei giorni scorsi, l’Aeronautica militare americana ha cercato di far volare il primo apparecchio ipersonico. Purtroppo per l’Aeronautica militare, riferiscono le cronache, «l’esperimento è fallito».

Va detto, innanzitutto, che per velocità "ipersonica" si intende, qui, Mach6, sei volte la velocità della luce, ovvero oltre settemila chilometri all’ora. Un aereo in grado di viaggiare a questa media potrebbe collegare New York e Londra in meno di un’ora. Capirete dunque l’importanza dell’esperimento: velivoli del genere rivoluzionerebbero l’aeronautica e le applicazioni in campo militare sarebbero molteplici e, manco a dirlo, micidiali.

Gli Usa, dunque, ci hanno provato. Costruito un prototipo di velivolo senza pilota, battezzato x-51A, lo hanno agganciato a un bombardiere B-52 il quale lo ha portato in quota. Una volta sganciato, il piccolo x-51A avrebbe dovuto compiere un’accelerazione fulminante fino a raggiungere i settemila all’ora, mantenere questa velocità per 300 secondi e quindi precipitare in mare. Nulla di tutto ciò è accaduto. Il reattore "ipersonico" non si è acceso e il velivolo è precipitato come una pera cotta (le pere cotte, se non lo sapete, precipitano con particolare goffaggine).

Dal mio punto di vista, la domanda impellente è questa: davvero si può parlare di "esperimento fallito"? A me pare che, più propriamente, si debba considerarlo "esperimento neanche incominciato". Con tutto il rispetto per i generali dell’Aeronautica, una lavatrice si sarebbe comportata nello stesso modo e, a tutt’oggi, ha le stesse possibilità di raggiungere Londra da New York in meno di un’ora dell’X-51A. Personalmente, anzi, sono convinto che, a giudicare dal frastuono emesso in centrifuga, la mia lavatrice raggiungerà Mach6 prima di X-51A. Non dovesse farcela, beh, che volete farci: esperimento fallito.

© RIPRODUZIONE RISERVATA