Malattie dismesse

Malattie dismesse

Ho pensato a lungo su come commentare la notizia che segue per scoprire che non ce n'è bisogno. E' questo il bello delle notizie che vanno al cuore delle faccende: rivelano di noi molto più di quanto raccontano. E' come se, finita la notizia, ci fossero altre righe, invisibili, che la completano. Sono righe che scriviamo noi, nella nostra testa, a naturale corollario di quanto abbiamo letto. Neppure le scriviamo: entrano senza bisogno di parole.

Ma ecco la notizia: secondo un recente studio condotto sulla popolazione di Boston, un senzatetto su tre è obeso. C'è di più: lo studio precisa che soltanto l'1,6 per cento degli oltre cinquemila soggetti esaminati poteva dirsi sottopeso, ovvero corrispondente al tipo fisico che, nell'immaginazione generale, i senzatetto dovrebbe avere: magri, senza denti, gli zigomi che bucano la pelle sotto gli occhi grandi e affamati. La realtà dice che, al contrario, i disperati di Boston il buco nella cinta lo fanno sì, ma per allargarla.

I nutrizionisti hanno facilmente interpretato il dato: in America, e in altri Paesi sviluppati, è possibile reperire a basso prezzo cibo altamente calorico. Molto più difficile, e costoso, procurarsi un pasto sano e bilanciato. Risultato: in America i senzatetto sono ad alto rischio di diabete. Chissà, forse presto per le strade si vedranno senzatetto col piedone fasciato a causa della gotta, malattia un tempo riservata ai benestanti che potevano permettersi una dieta ricca di selvaggina.

Fa un po' specie pensare che tutto questo significa una sola cosa: i ricchi stanno passando ai poveri le loro malattie dismesse, quelle che non usano più: le malattie fuori moda, per così dire. Come ho detto, non ci sono parole per commentare questa notizia. Se non osservare che, al mondo, le cose cambiano al punto che tutto rimane sempre come prima.

© RIPRODUZIONE RISERVATA