Mamma Niccolò

Di mamme ne abbiamo incontrate molte versioni. Oltre al modello tradizionale, amatissimo, ce ne sono in circolazione svariati altri, alcuni dei quali declinati perfino in nero: mamma omicidi, per esempio. In un bouquet tanto ampio di mamme non avevamo mai però individuato la mamma-Machiavelli.

A colmare la lacuna una signora americana, Suzanne Evans, la quale ha raccontato al Wall Street Journal la sua curiosa esperienza (ora diventata anche un libro: “Machiavelli for moms”). Nell'articolo, Suzanne descrive i problemi affrontati nel momento in cui ha voluto unire la sua famiglia con quella del nuovo marito Eric: quattro figli, due per parte, estranei tra loro, da far convivere. Con le resistenze del caso e anche con la tendenza, secondo un tipico cinismo infantile, a voler sfruttare la situazione. Risultato: per molti mesi un inferno. “Fino a quando” racconta Suzanne, “l'occhio non mi è caduto su una vecchia copia de Il Principe”. Da lì tutto è cambiato in meglio, anche se è impossibile non rabbrividire al pensiero di che cosa sarebbe accaduto se, invece sull'opera di Niccolò Machiavelli, l'occhio le fosse caduto sul “Mein Kampf”.

In ogni caso, solo a una mamma davvero disperata poteva venire in mente di applicare le teorie del pensatore rinascimentale su quattro marmocchi americani. Per pazzesco che possa sembrare, l'espediente ha funzionato. “Leggendo Machiavelli” spiega Suzanne, “ho compreso che più cose davo ai miei bambini, più si aspettavano di riceverne e meno grati erano per averle ottenute”. Bisogna riconoscere alla signora Evans di aver abbracciato Machiavelli per quello che è e non per la sua sintesi abusata e travisata (“Il fine giustifica i mezzi”), ma a noi resta un poco di stupore, perché certe figure storiche le abbiamo sempre associate alle altezze del pubblico potere e non alla quotidianità del privato domestico. Ma forse è qui che sbagliamo: l'ideale sarebbe avere più mamme che si comportano come Machiavelli e più politici che si comportano come mamme.

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