Mamma

Mamma

Molti degli imputati al processo per gli scontri di martedì a Roma si sono presentati in tribunale con mamma al seguito. Mamme affrante, mamme scarmigliate, mamme indignate, mamme inferocite: la parola "mamma" non conosce neutralità, passa con disinvoltura dall’angelico al belligerante.
Le mamme di Roma erano quasi tutte del tipo furioso, pronte a giurare sull’innocenza dei figli e, in ogni caso, a inquadrare eventuali intemperanze nel naturale alveo della crescita; ieri il pargolo sfasciava una macchinina, oggi si accanisce su un blindato della Polizia: che differenza fa?
Da notare che le mamme hanno subito preso il centro della scena: loro hanno parlato con i giornalisti, loro hanno guidato gli avvocati nella difesa da impostare; loro, insomma, si sono messe davanti al corteo, un po’ come i figlioli due giorni prima avevano fronteggiato la Celere.
Questo certifica come, da noi, il vero potere occulto sia ancora nelle mani delle mamme. Ogni elemento sociale - sia esso istituzionale, politico o economico - è determinato dalla corrispondente componente materna. È la mamma che, al mattino, raddrizza la cravatta al governo, pettina la Confindustria, sistema la sciarpa al collo della Corte costituzionale e prepara la colazione al Consiglio superiore della magistratura.
A proposito, attendiamo le sentenze di Roma. Le leggerà un giudice ma, noi lo sappiamo, le avrà ispirate la sua mamma.

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