C'è sempre speranza, mai disperare. Oggi mi va di incominciare la rubrica con questa gioiosa – anche se un po' ingenua - premessa perché allietato da una notizia riportata con evidenza in alcuni media europei: gli studiosi stanno finalmente penetrando nei segreti del Manoscritto di Voynich.
In particolare, un ricercatore ha dichiarato di essere riuscito a decifrare quattordici lettere, il che gli avrebbe consentito di leggere le parole per “coriandolo”. “elleboro verde” e “ginepro” poste accanto ai disegni delle piante stesse (mmm...). Inoltre, egli avrebbe potuto tradurre la parola per Toro scritta accanto a una raffigurazione della Costellazione delle Pleiadi. Si tratta di un grande passo in avanti, visto che dal 1912 – anno in cui fu trovato in una bottega di libri antichi – il Manoscritto di Voynich ha tenuto in stallo legioni di studiosi. Parliamo di un volume medioevale di 250 pagine, coperto di scrittura vergata in un alfabeto sconosciuto. Il libro riporta anche immagini di nudi femminili, di simboli zodiacali e di piante medicinali: in questo, non è diverso da qualunque rivista si trovi oggi dal barbiere o in una sala d'aspetto.
Tradurlo ha sempre rappresentato una sfida affascinante perché il Manoscritto di Voynich è unico nel suo genere, il che pone interrogativi interessanti. E' opera di un originale che voleva tenere segrete le sue scoperte in fatto di donne, piante e oroscopo? Oppure rappresenta un codice compreso da chissà quale remota setta segreta? Ma è la sfida di tradurlo che affascina in sé. Pensate: passo dopo passo, con enorme sforzo qualcuno si sta facendo strada in un mondo che, per quanto immaginario, è ancora inesplorato. Il Manoscritto ci dà così la misura di quanto importante, concreta e meritevole di attenzione sia la fantasia in rapporto alla sopravvalutata realtà.
Soprattutto, tremano i polsi all'idea che, un giorno, qualcuno riuscirà a portare a termine la stessa operazione con un discorso di Antonio Di Pietro.
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