Medaglie

Medaglie

Incontro la signora Desolina Malinpeggio e, strano a dirsi, scopro che non si perde un'inquadratura delle Olimpiadi. «Spirito sportivo, eh?» la incalzo, «Amore per la competizione? O piuttosto è rimasta affascinata dal sentimento di fratellanza che unisce gli atleti di ogni continente in un afflato di pace e di reciproca tolleranza?»

Mi guarda come fossi qualcosa che ha appena pestato. «Lasci stare la fratellanza» dice.

Insisto: «Suvvia, signora, non mi faccia così. Lei stessa ha appena ammesso che non rinuncerebbe a un minuto dei Giochi. Questo può significare solo che la manifestazione l'affascina, che il suo messaggio universale l'ha conquistata, che anche lei, nel suo pessimismo cosmico, vede in quei giovani la speranza per un futuro migliore».

La signora sbuffa: «Dubito ci sia un futuro ed escludo sia migliore. Migliore di che cosa, poi? Però confesso che questi Giochi olimpici mi interessano. Dietro la pagliacciata delle corse e dei salti e delle altre ridicole attività campestri, mi sembra ci sia qualcosa di solido, di affidabile».

«Ma certo!» esclamo con entusiasmo. «Certo che c'è! Si tratta del fair play, del reciproco rispetto tra esseri umani e dello sforzo costante che l'uomo produce per migliorare se stesso...»

«No, no, no!» mi interrompe disgustata. «Io parlavo di quelle placche rotonde che consegnano agli atleti. Ha presente? Oro, argento, bronzo. Metalli pregiati, leghe di valore, roba che non si svaluta facilmente. Un domani, dovesse esserci bisogno, uno si rivende la placca...»

«Ma signora!» sbotto, «Come può essere così cinica?»

Mi guarda con aria di sfida: «Perché? Avrebbe forse preferito che consegnassero un Btp al vincitore, un Bonos  spagnolo al secondo e, tanto per gradire, una bella cambiale greca al terzo classificato? Ma mi faccia il piacere!»

© RIPRODUZIONE RISERVATA