Con tutta la simpatia, ma proprio tutta, per la gente che protesta in quanto martoriata per la crisi, per gli operai che scioperano, allestiscono picchetti, formano catene di solidarietà, per gli studenti che "scendono in piazza", organizzano assemblee, okkupano il liceo con la chitarra e lo spinello, per i muratori che salgono sulla gru e perfino, dico perfino, per quelli che (la disperazione è una brutta cosa) vanno a mettere la faccia piangente davanti alle telecamere di Santoro o Paragone, ebbene, con tutta la simpatia di cui dicevo, devo anche affermare che tirare i coriandoli in faccia a Mario Draghi a pantaloni bassi e mutande in vista è veramente una scemenza.
Ci sarà gente che, passata la crisi, e speriamo che ciò accada presto, si scoprirà forte, piena di esperienza, irrobustita nel corpo e nella mente e, soprattutto dotata di molta saggezza e ancor più di pietà e comprensione per il prossimo. Altri, e tra questi la signorina protagonista del blitz anti-Draghi, si ritroveranno semplicemente orfani: come il lampionaio della luce a gas, come l'alchimista del sogno della pietra filosofale, come l'attendente del Regio ufficiale.
La bravata della damigella non ha affatto portato l'attenzione dei media sulle presunte feroci politiche finanziarie della Bce, tutt'altro. Ha reso famosa per un giorno una ragazzetta che, portata via a forza, ha esibito sul volto un sorriso di trionfo e, con le mani, ha fatto il segno della V di vittoria (povero Churchill). A dire il vero, a diventar famoso non è stato neppure il volto della ragazza, come lei avrebbe voluto, ma il suo culo, con i pantaloni giù e le mutande in assetto instabile, situazione che potrebbe diventare usuale, per lei, se non si metterà a cercare presto un lavoro. Si dirà: meglio le ragazze che tirano i coriandoli ai banchieri che gli anarchici che sparano agli arciduchi, con tutto il casino che ne consegue. Ammettiamolo pure: è meglio. Se credete, allora, potremmo aggiornare Flaiano: la situazione è migliorata ma è sempre meno seria.
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