Merchandising

Supponete di aver goduto, per diversi anni, dello status di importante leader politico. Anzi, di leader politico fondamentale, capace di attirare vasto consenso e altrettanto cospicuo risentimento. Immaginate ora di essere, come si dice, sul viale del tramonto.

Età, appannamento, scandali, maldicenze, incomprensioni, Cicchitti, Capezzoni, processi, polemiche e perfino tradimenti vi hanno condotto, nonostante abbiate opposto una strenua resistenza, al capolinea della vostra avventura politica. Che fare? Rintanarsi nell’ombra e vivere di ricordi? Sedersi in poltrona con il fido cagnolone accoccolato sul tappeto? Niente affatto! È proprio questo, invece, il momento di mettere a frutto anni di indelebile protagonismo politico. E il sistema è uno solo: merchandising. Fateci caso. Defunti regimi politici, ideologie sorpassate e leader tramontati hanno un solo modo per sopravvivere all’oblio: concedersi ai gadget. Magliette, sciarpe, bandiere, adesivi, tazze e tazzine. Ma anche spille, portachiavi, cappelli, cravatte. Per i nostalgici con più mezzi, ecco busti, statue equestri, arazzi e fontane.

Soprattutto, sotto con i poster: piccoli, medi, grandi; tutti con il faccione del leader estinto e uno slogan secco, memorabile: «Vincere!», «Hasta la victoria siempre!», «Servire il popolo».

Insomma, vai con la fantasia e niente paura del kitsch. Il blazer con stampato sulla schiena un fiammeggiante «Mi consenta!» potrebbe sbancare le vendite: in commercio, che ci crediate o no, si è visto di peggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA