Miniera digitale

Che cosa fate di Internet una volta spedite le vostre mail, controllato quanti "mi piace" hanno raccolto le foto delle vacanze, guardato «le sorelle Chiabotto sirene a Formentera» (cit. dal sito di un quotidiano nazionale) e comprato online qualcosa che non siete riusciti a trovare al supermercato? Avrei un suggerimento: usatelo per scavare.

Internet, infatti, è una straordinaria miniera nella quale non è raro imbattersi in pepite d'oro. E' vero che, più spesso, ci si ritrova immersi in sostanze meno nobili e quasi sempre di origine organica, ma il disgusto non deve prevalere: pensate che, per quanto orribile possa essere ciò che vedete online, non può essere peggio di un guancia a guancia con Capezzone.

Grazie a questa semplice e gratificante ostinazione io, per esempio, mi sono imbattuto su YouTube in un video di pochi minuti in cui Orson Welles, ospite del "Dean Martin Show", anno 1968, recita il monologo di Shylock dal Mercante di Venezia di Shakespeare. Pochi minuti, dicevo, ma abbastanza per riappacificarsi con l'arte della recitazione e per apprezzare l'espressività, la tecnica ma soprattutto l'impeccabile misura con cui l'attore-regista esprime il risentimento dell'usuraio ebreo per Antonio e, lui tramite, per tutta la società veneziana che lo emargina e disprezza.

Accanto a questa pepita, piuttosto ponderosa considerata anche la massa corporea di Welles, ne giacciono altre, infinite, pronte a essere scartate come caramelle o, meglio, gustate come madeleine proustiane, ognuna con un diverso sapore in corrispondenza di una diversa memoria e di una diversa riscoperta. Si pensa giustamente alla Rete come a uno strumento rivolto al nuovo ma personalmente, oggi, sono più colpito da questa sua capacità di mettere il passato a nostra disposizione. Passato che, rivisto, ci offre un'immediata possibilità di migliorarci: copiandolo, quando è il caso, o prendendolo a monito per non ripeterlo.

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